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Agnocasto e Causarina glauca

La prima immagine rappresenta l’Agnocasto un arbusto tomentoso alto fino a 6 metri, originario della regione mediterranea e diffuso fino all’india nordoccidentale.

La pianta presenta delle foglie palmate opposte e dei fiori blu, viola o rosa raccolti in lunghe e dense spighe. Il frutto, invece, è una drupa globosa e carnosa di colore scuro che ricorda il pepe nero tanto da regalargli l’ulteriore nome di “falso pepe”.

Vitex Agnus-Castus è il suo nome botanico. vitex dal verbo latino viere, “intrecciare, legare”, con riferimento alla flessibilità dei suoi steli adatti per intrecciare panieri e fare legature come accade per il Salice. Sia Agnus che Castus, invece, sono due termini con significato di puro e casto.

La pianta, infatti, nei tempi dell’antica Grecia era ritenuta anafrodisiaca, utile per mantenere la castità tanto da essere successivamente utilizzata nei monasteri per placare gli istinti sessuali dei monaci. In realtà già nell’ottocento, qualcuno aveva cominciato a comprendere che
l’effetto delle bacche poteva avere riscontri diversi, visto il gusto pepato dei frutti ed il contenuto altissimo in olio essenziale.

Infatti attualmente, i principali benefici dell’Agnocasto si rilevano nella sua capacità di agire a livello dopaminergico riducendo la produzione di
prolattina che è l’ormone chiave nella regolazione del ciclo mestruale. L’utilizzo di questa pianta può favorire la produzione di ormoni da parte del corpo luteo, migliorando l’equilibrio tra estrogeni e progesterone.

Per questo è indicata:

  • in caso di oligomenorrea e polimenorrea;
  • per attenuare i fastidiosissimi sintomi premestruali come nervosismo e mastodinia;
  • per alleviare alcuni sintomi neurovegetativi della menopausa come vampate di calore, eccessiva sudorazione ed irritabilità.

La seconda immagine rappresenta la Causarina glauca. Un albero con rami radi e cascanti e foglie simili alle Conifere. Il nome deriva dal genere di uccelli Casuarius, le cui piume ricordano i rami cascanti dall’albero. Invece, il suo nome comune She Oak deriva dai primi colonizzatori che,
considerando l’albero come la quercia dei poveri, lo utilizzavano per costruire mobili, case e oggetti di uso quotidiano.

Seguendo la teoria della segnatura, il modo in cui i fiori di questa pianta sembrano catturare il vento, è simile alla modalità con cui le tube di
Faloppio accolgono gli ovuli prodotti dalle ovaie. Inoltre, il frutto dei fiori è delle stesse dimensioni degli ovociti. Non c’è dunque da stupirsi se proprio questo albero sia stato scelto per preparare lo She Oak, il rimedio floreale Australiano ideale per agire a livello energetico su tutte le disfunzioni dell’apparato femminile. Riequilibrando dolcemente ma in profondità le problematiche ed i blocchi emozionali somatizzati a livello fisico è indicato:

  • per l’irregolarità o i ritardi del ciclo;
  • per la sindrome premestruale;
  • in caso di squilibri ormonali;
  • per contrastare le irritazioni vulvari;
  • in caso di difficoltà di concepimento;
  • per attenuare i disturbi della pre e post menopausa.

Da questa breve descrizione, si capisce che quello che accomuna l’Agnocasto e lo she Oak è il loro fine, ossia i benefici a favore dei sintomi femminili.

Avevi già sentito parlare di questi rimedi?

Per ottenere maggiori risultati è possibile utilizzarli in maniera sinergica ed eventualmente associare un ulteriore tecnica olistica, efficace in questi e tanti altri casi.

 

Conosci la moxibustione?

La moxibustione è una pratica antichissima, tipica della medicina cinese. Il nome deriva, invece, da un termine giapponese “moekusa” che significa erba che brucia.

 

In effetti, la tecnica si basa sul riscaldamento della zona prescelta del corpo, attraverso coni di moxa. Quest’ultimi sono preparati utilizzando le foglie dell’Artemisia Vulgaris che vengono raccolti prima dell’estate e lasciati essiccare al sole. Queste foglie vengono successivamente compresse fino a formare un bastoncino che viene acceso e fatto bruciare ponendolo ad una certa distanza dalla zona da trattare.

In generale la moxibustione viene utilizzata tutte le volte in cui si desidera raggiungere con il calore alcuni meridiani specifici permettendo non solo la dispersione del freddo e dell’umidità, ma anche di donare un nuovo equilibrio energetico.

Nel caso dei sintomi femminili è possibile trattare il meridiano milza-stomaco dove entrando nello specifico, la Milza può essere connesso ad un aspetto materiale dell’organismo come il ciclo mestruale ed il sistema immunitario, mentre lo stomaco è più in relazione con l’aspetto emozionale come la rimuginazione.

I disturbi su cui si può lavorare mediante questa tecnica sono diversi come dolori articolari e contratture muscolari, disturbi digestivi ma anche
sintomi legati all’ansia ed alla depressione. Avendo la funzione di trasmettere il calore, né è sconsigliato l’uso vicino a zone delicate come grossi vasi e le mucose sensoriali.

Quanto appena riportato è solo una parte dell’argomento, tanto ci sarebbe ancora da dire e da approfondire.
Spero di aver suscitato in te un po’ di curiosità , in fin dei conti…

c’è un libro sempre aperto per tutti gli occhi: la Natura.
Jean-Jacques Rousseau

 

A cura di Valentina Mizzi

 

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