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Paura in MTC

Il tuo potere ha origine nella mia paura. Se io non ho paura, tu perdi il tuo potere.
(Seneca)

Quando la paura ci blocca

Come tutte le emozioni, anche la paura ha una funzione adattiva, quella di proteggere l’individuo di fronte a un pericolo o a una minaccia (reale o immaginaria) ed è preziosissima sin dai primi anni di vita. Espleta infatti fondamentali funzioni evolutive, tanto che senza tale meccanismo metteremmo continuamente a rischio la nostra incolumità. Ecco perché non ha senso eliminare la paura ed è più vantaggioso invece cercare di viverla in maniera appropriata. Spesso le paure sono messaggeri del nostro inconscio, che vogliono compensare una mente troppo razionale, tendente a controllare ogni cosa. Quando arrivano fanno cadere le nostre maschere e ci indicano il pericolo di una strada sbagliata, se le sappiamo ascoltare con attenzione e consapevolezza.

Ma cosa succede esattamente al nostro corpo quando abbiamo paura?

Immagina di camminare in un bosco e che a un certo punto ti sembra di scorgere nelle vicinanze un animale pericoloso. Già prima di iniziare a correre, il cervello ha avvertito il pericolo.

Vengono così rilasciati ormoni dello stress, si attiva una parte del sistema nervoso simpatico coinvolto in quelle funzioni definite di «attacco o fuga». Il cervello entra in uno stato di allerta, le pupille si dilatano, il respiro accelera. Aumentano anche la frequenza cardiaca, la pressione e il flusso sanguigno. Viene mandato più glucosio ai muscoli, mentre organi non vitali, come il sistema gastrointestinale, vengono messi in uno stato di ridotta attività.

La concentrazione è tutta sul pericolo che si sta vivendo in quel momento, tutto il resto viene accantonato perché il corpo si prepara ad affrontarlo. Contemporaneamente parte una valutazione della minaccia rispetto alla quale altre aree del cervello (in particolare l’ippocampo e la corteccia prefrontale) aiutano a dare un’interpretazione. La parte «pensante» del cervello dice alla parte «emotiva» se ci si trova di fronte a un falso allarme (e allora si spegne la risposta) o di fronte a un pericolo reale (e allora la risposta continua a essere alimentata).

Oltre alla fuga, in una situazione di pericolo sono possibili altri due tipi di reazioni naturali: il freezing e il faint. La parola freezing sta per “congelamento”. L’essere vivente si nasconde dal predatore e si immobilizza mentre valuta l’azione più adatta da intraprendere. Il faint invece è la “finta morte”, una condizione di irrigidimento totale del corpo che sembra verificarsi nelle situazioni in cui non si riesce a trovare una via di fuga o una strategia difensiva utile. È molto frequente nel regno animale, poiché i predatori preferiscono le prede vive a quelle morte, la cui carne potrebbe essere in putrefazione.

Nell’essere umano la paura può manifestarsi come faint attraverso la riduzione del tono muscolare e il distacco dall’esperienza e dalla realtà (sintomi dissociativi).

Questo complesso sistema ha consentito all’uomo di sopravvivere a innumerevoli pericoli nel corso della propria storia. Ed è lo stesso meccanismo che viene attivato di fronte a pericoli che minacciano la nostra sopravvivenza come la malattia, ma genera seri problemi quando si attiva troppo facilmente o nel momento sbagliato o in assenza di un pericolo reale che è solo nella nostra mente.

 

La paura secondo la Medicina Tradizionale Cinese

Padre Claude Larre, un gesuita che studiò le basi teoriche della Medicina Tradizionale Cinese, diceva che “La paura è la rottura delle benefiche comunicazioni tra alto e basso. Gli Spiriti del Cuore, non godendo più del supporto delle essenze, si smarriscono, si agitano ed il comportamento diviene insensato. […]. Il movimento Acqua, che attira verso il basso non è più equilibrato e l’organismo gela. Appaiono così l’insicurezza, l’esitazione (…) si è paralizzati”.

Si comprende da tali parole che questa emozione, quando è troppo intensa, ha ripercussioni importanti sulla nostra energia (QI): “la paura blocca il QI”. Essa è associata all’Elemento Acqua ed ha come corrispettivo fisico Il Rene e la Vescica e come corrispettivo energetico l’inverno, la stagione in cui tutto si raffredda e rallenta. Nei precedenti articoli abbiamo imparato a cogliere la relazione tra tutti questi aspetti.

Il Rene in MTC è un organo molto importante, è considerato infatti il padre di tutti gli organi, radice dello Yin e dello Yang. Esso custodisce il Jing, l’energia ancestrale del” Cielo Anteriore”, proveniente dalla nascita, e del “Cielo Posteriore”, proviente dal nostro stile di vita, dall’alimentazione che facciamo e da una corretta respirazione.

Nel Jing c’è il nostro potenziale di vita, quindi i Reni sono i depositari della vitalità fisico-energetica di base di ogni individuo. Quando l’energia del Jing si indebolisce, questo indebolimento può manifestarsi in vari modi con osteoporosi, dolore alla zona lombare, disturbi urinari. Il Rene infatti controlla l’ano e la vescica ecco perché, quando abbiamo paura, può capitare il rilascio involontario di feci o urine; una forte paura può far comparire inoltre i capelli bianchi, proprio perché il Rene è connesso anche ai capelli.

Se i capelli mantengono il loro colore indicano Reni forti, viceversa capelli deboli o incanutimento precoce indicano un deficit energetico del Rene. Secondo il rapporto soma-psiche e psiche soma non è solo la debolezza del Rene che può determinare la Paura ma anche la Paura può determinare un deficit del Rene. Dal punto di vista energetico la paura incide anche sul Cuore, non a caso quando si prova questa emozione in modo troppo intenso proviamo ansia, agitazione e palpitazioni. Cuore e Rene, Fuoco e Acqua in MTC costituiscono il cosiddetto Asse della vita.

 

Fiori australiani e paura

Due rimedi che la Naturopatia ci offre per equilibrare questa emozione ci arrivano dalla floriterapia australiana. Ti presenterò due fiori che possono aiutarci in caso di paura, conosciamoli!

 

Dog rose, il fiore per chi ha paura di tutto

 

Dog Rose fiorisce in Australia a fine primavera e inizio estate. Di colore rosa o bianco, a sei petali, i fiori pendono dai rami della pianta, ricordando una persona curva, piegata su di sé e incline alla sconfitta. La sua crescita vicino all’acqua lo lega alla segnatura della paura, su cui agisce, e al meridiano Rene Vescica che in Medicina Cinese appartengono all’elemento Acqua. Questo fiore è il rimedio ideale per i soggetti che hanno paura di ogni cosa, aiuta a tranquillizzare, fa intravedere gli aspetti positivi e rassicuranti della vita.

Affermazione positiva: Riconosco la mia magnificenza e ora mi sento sicuro in ogni situazione. Ora apprezzo la compagnia degli altri.

 

Little flannel flower, il fiore per chi ha paura di non essere amato

 

Little flanner flower cresce nelle brughiere e nelle foreste del Nuovo Galles del Sud. E’ una pianta bella, ma per le sue dimensioni ridotte risulta difficile da scorgere tra le altre. E’ il fiore adatto a chi teme di essere abbandonato o di non essere amato, aiuta a riscoprire la bellezza della spensieratezza, a liberarsi dai problemi del mondo che gravano sulle spalle, a risvegliare, anche da adulti, il bambino che è in noi.

Affermazione positiva: Ora mi sento libero di esprimere gioia e allegria. Ora scorro spontaneamente ovunque mi porti l’Universo.

 

Conclusioni

Le emozioni sono una parte fondamentale e inevitabile della nostra vita che in una certa misura le conferiscono un significato pieno. Non esiste la distinzione tra emozioni positive e negative, tutte hanno un senso, un messaggio da comunicarci. Se solo siamo capaci di metterci in ascolto di noi stessi in modo profondo, possiamo scoprire un territorio interno ampio e inaspettato, che si rivela cruciale sia per il nostro miglioramento che per la qualità delle relazioni sociali.

La vita odierna ci porta alla fretta, al facile ricorso al farmaco, quando avvertiamo qualche disagio. Le emozioni percepite come negative rimangono represse e inespresse, magari per pudore verso il possibile giudizio altrui, o esplodono con foga dirompente come la rabbia. Bene, la MTC ci insegna che questi comportamenti non ci fanno bene né dal punto di vista energetico né dal punto di vista fisico e, se ripetuti, possono essere l’anticamera della malattia. Dovremmo imparare a prenderci una tregua dagli impegni quotidiani che affollano le nostre giornate, a rilassarci ogni tanto, magari cercando un posto in cui ci siano natura, tranquillità e silenzio, spegnendo i telefoni e concentrandoci sul momento presente. Potremmo scoprire in questi momenti di riconnessione che la mente si acqueta, torna al godimento delle piccole cose. Potremmo riuscire a recuperare la centralità della vita, la nostra presenza e magari quelle emozioni percepite come negative, quei pensieri ricorrenti potrebbero essere spazzati via come nuvole al vento.

A cura di Luisella Santangelo

 

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