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Le cinque ferite

Introduzione

Alla base del libro vi è l’assunto secondo cui ciascun bambino nel momento in cui nasce ha una missione da svolgere e la sua anima continua a reincarnarsi fino a quando non sarà riuscito a vivere le esperienze nella piena accettazione. Poco dopo la nascita,  si rende conto che l’essere se stessi in qualche modo disturba le persone sulle quali vuole fare una buona impressione e ciò inevitabilmente lo ferisce e lo spinge a creare delle maschere, delle corazze che gli consentano di proteggersi dal dolore provato.

Le ferite delineate dall’autrice sono 5 e corrispondono ad altrettante maschere: alla ferita del rifiuto corrisponde la maschera del fuggitivo; all’abbandono quella del dipendente; all’umiliazione quella del masochista; al tradimento quella del controllore infine all’ingiustizia quella del rigido. Le iniziali delle ferite in francese (lingua madre dell’autrice) costituiscono l’acronimo “TRAHI”, tradito ad indicare il tradimento nei confronti del nostro Dio interiore soverchiato da un ego condizionato da quelle che, nel corso dei nostri studi, sono state definite credenze limitanti.

Allo stesso tempo l’autrice dimostra di ritenere il corpo capace di parlare molto più di quanto si possa immaginare e, di conseguenza, per ciascuna maschera delinea non solo caratteristiche propriamente psicologiche caratteriali, ma anche specifici tratti somatici e caratteristiche fisiche tanto più evidenti quanto più è profonda la ferita.  Contestualmente sono indicate le dinamiche familiari alla base della creazione di tali ferite e la propensione a sviluppare determinate patologie, secondo teorie spesso in linea con quanto delineato durante i corsi di bio psico quantistica.

Qualunque sia la ferita, è importante tener presente alcuni assunti che le accomunano: la principale causa della presenza di una ferita è l’incapacità di perdonarsi per ciò che si è soliti infliggere a se stessi o agli altri. La difficoltà del perdonarsi deriva dall’incapacità di accorgersi della presenza stessa della ferita il cui riconoscimento è tanto più difficile se si considera che le caratteristiche fisiche e psichiche della maschera che si è soliti indossare saranno tanto più vistose quanto più profonda è la ferita e quasi impercettibili nei casi di ferita lieve.

Inoltre dal libro emerge come spesso rimproveriamo agli altri comportamenti che noi stessi compiamo e non vogliamo vedere, attirando inevitabilmente persone che si comportano esattamente come noi. Va inoltre sottolineato che più ferite possono coesistere nello stesso individuo e che spesso gli stessi genitori del ferito manifestano la stessa ferita ed indossano la stessa maschera.

Come più volte ribadito nel corso delle lezioni di BioPsicoQuantistica tenute da Natale Petti (nella parte quantistica), dare consigli per cercare di cambiare una persona è poco utile e l’atteggiamento migliore da assumere consiste nello sviluppare lo strumento essenziale della compassione.

A cura di Cecilia Sgobba Palazzi 

 

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