Conosci l’Effetto nocebo?
Si parla di Effetto nocebo quando la suggestione, le aspettative negative o il condizionamento conducono a una reazione nociva per l’organismo. Non si tratta, quindi, di qualcosa di concreto che assumiamo, che ci capita o con cui entriamo in contatto… ma di aspettative negative che ci creiamo!
Sì, hai capito bene!
Ciò che inizialmente è solo immaginato finisce per produrre effetti fisici reali: le aspettative negative generano ansia anticipatoria realizzando esattamente ciò che temiamo.
Recenti studi di neuropsicologia affermano che il solo pensare e parlare di un problema, riproduce le stesse sensazioni e reazioni del viverlo realmente, con l’attivazione di tutta una serie di sostanze nel nostro corpo che non ci fanno affatto bene.
Fabrizio Benedetti, professore di Neuroscienze all’ Università di Torino e membro dell’Istituto Nazionale di Neuroscienze, ha condotto uno studio in cui mostra come le parole e i farmaci abbiano lo stesso meccanismo d’azione: la parola può percorrere nel cervello le stesse vie biochimiche dei farmaci, provocando quindi gli stessi effetti sul nostro organismo.
Uno studio che testimonia l’importanza delle suggestioni verbali positive e negative e dimostra il potere e la forza della parola nel modificare il cervello e il corpo umano.
Le parole sono idee in movimento, ogni parola, frase o racconto produce nel nostro corpo sensazioni, percezioni ed emozioni in grado di modificarne lo stato.
- Parlare quindi di una malattia non fa che alimentare la malattia.
- Parlare sempre di un disagio non fa altro che alimentare il disagio.
- Parlare continuamente dei tuoi problemi, alimentando in te le sensazioni sgradevoli che provi di fronte a quei problemi, produce stati di sconforto, rabbia e delusione.
Nel momento in cui ti lamenti ti liberi da una pressione interna ma, nello stesso tempo, confermi il tuo dolore e il tuo vittimismo. Forse potrai ottenere un po’ di solidarietà o qualche forma di compensazione, ma a quale prezzo?
Allevii per un po’ quel dolore ma continui, così, a confermare quella realtà.
È questo quello che vuoi?
Se la tua risposta è “no” devi fare qualcosa e puoi farlo proprio ora!
Voglio suggerirti un semplice esercizio che potrai fare ogni volta che l’impulso alla lamentela ti assale…
Ricorda un periodo in cui sei stato/a male ma che hai superato; osserva come allora lo sentivi grande e pesante, ma come ora ti sembra lontano e superato. Scrivi cosa ne hai tratto, cosa hai imparato e come sei cresciuto/a.
Ora, pensa cosa potresti trarre dal problema che ti assilla in questo momento e in che modo potrebbe farti crescere.
Siamo sempre in evoluzione anche quando si perde qualcosa, si fallisce o si soffre.
Attraverso un percorso di crescita possiamo trasformare un problema, una sofferenza o un dolore in un’opportunità!
“Alcune persone si lamentano perché le rose hanno spine. Io sono felice che le spine abbiano rose.” (Alphonse Karr)
a cura di Natale Petti
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