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Regola 6 – Evita di pensare di non essere ancora pronto

Io non ce la faccio! Non sono ancora pronto! Non è ancora il momento!

A volte, ci ritroviamo a nutrire un’opinione negativa nei confronti di noi stessi. Ci sentiamo in qualche modo indegni, immeritevoli, non abbastanza.

Sono pensieri che prendono vita da credenze limitanti che, in qualche momento della nostra vita e per varie ragioni che si potrebbero approfondire per ognuno, si sono radicate in noi.

Così, ci chiudiamo nella nostra zona di comfort che, se da un lato ci protegge, dall’altro non ci permette di vedere le grandi possibilità che potrebbero manifestarsi nel nostro percorso. E iniziamo a procrastinare… rimandiamo ad un momento imprecisato una scelta, una decisione, un progetto… La maggior parte delle persone sono piene di idee ma poi si ritrovano con un cassetto pieno di desideri mai realizzati.

Anche l’attitudine a procrastinare è frutto di una programmazione mentale limitante; non c’è da essere duri con se stessi se riconosciamo che è un comportamento che assumiamo spesso. Ma, sai come si dice: errare è umano, perseverare è diabolico!

Per cui, riconoscere questa attitudine e non fare nulla per cambiarla, beh!, questa è una tua responsabilità.

Abbiamo già parlato nell’articolo precedente dell’enorme potere della responsabilità personale che apre le porte al cambiamento, al miglioramento, alle possibilità.

La verità è che nessuno si sente pronto al 100% quando arriva una qualsiasi opportunità.

Ma cosa ti porta a sostenere di non essere pronto?

La paura di fallire! L’etimologia del termine fallire è la stessa di fallare che vuol dire sbagliare.

Se stai camminando e metti un piede in fallo, è così grave? Ritorni in equilibrio e riparti. Allora perché tendiamo a pensare al fallimento come a un punto di non ritorno?

Lo sapevi che Thomas Edison, prima di realizzare il prototipo di lampadina che poi brevettò, ha dovuto provare e riprovare in diecimila modi diversi? E che l’autrice del conosciutissimo Harry Potter,  si è vista rifiutare il manoscritto da ben 12 case editrici prima di pubblicarlo?

E che persino progetti sviluppati da grandi aziende come Google falliscono nel 40% dei casi?

Le statistiche di Project Management del 2020 ci dicono che la maggior parte delle organizzazioni ha un tasso di fallimento del 70%.

Forse dovremmo usare un po’ più di benevolenza verso l’atto di fallire ricordando che possiamo trasformare ogni fallimento in una possibilità accogliendo l’insegnamento che si porta dietro e, soprattutto, che la vita è dinamica, nessun fallimento ci immortalerà per sempre come in un’unica fotografia… ne potrai scattare tantissime altre!

Voglio suggerirti un semplice esercizio che potrà darti preziose indicazioni:

  • Fai una lista degli obiettivi che vuoi raggiungere in qualsiasi ambito della tua vita;
  • Poniti il 50% di obiettivi realizzabili e il 50% di obiettivi molto più ambiziosi, emozionanti, quasi irrealizzabili e che ti spaventano anche un po’. 
  • Sii visionario/a, immaginativo/a, dimentica “il come” raggiungerli ma inizia a fare piccoli passi, piccole azioni in quella direzione.
  • Accetta di fallire nel 50% degli obiettivi, concediti questo permesso e vedrai che inizierai a fare cose che non avresti pensato possibili.

Il fiore non sogna l’ape. Fiorisce e l’ape arriva (Mark Nepo)


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