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Regola 10 – Fortuna, sfortuna? Chissà…

Occuparsi e non preoccuparsi

Un antico racconto cinese, narra di un contadino molto povero che, per vivere, lavorava duramente la terra con l’aiuto di suo figlio.
Un giorno il figlio gli disse:
– Padre che disgrazia, il nostro cavallo è scappato dalla stalla!
– Perché la chiami disgrazia? – Rispose il padre – Aspettiamo e vediamo cosa succederà nel tempo.
Qualche giorno dopo il cavallo ritornò portando con sé una mandria di cavalli selvatici.
– Padre che fortuna! Il nostro cavallo ci ha portato una mandria di cavalli selvatici.
– Perché la chiami fortuna? – Rispose il padre  Aspettiamo e vediamo cosa succederà nel tempo.
Qualche giorno dopo, il giovane nel tentativo di addomesticare uno dei cavalli, cadde fratturandosi una gamba.
– Padre che disgrazia, mi sono fratturato una gamba.
Ma anche questa volta il saggio padre disse:
– Perché la chiami disgrazia? Aspettiamo e vediamo cosa succede nel tempo.
Qualche tempo dopo, passarono per il villaggio gli inviati del re con il compito di reclutare soldati da inviare in guerra, ma quando trovarono il giovane con la gamba immobilizzata, lo lasciarono stare per proseguire il loro cammino. Con la guerra, molti uomini morirono in battaglia ma il giovane si salvò grazie alla sua gamba rotta.

Perché ti racconto questa storia? Voglio farti comprendere, a livello profondo, che ogni cosa che accade nella tua vita ha un senso (anche se non immediatamente comprensibile) e che nulla ha una connotazione negativa o sfortunata in assoluto. Bisogna concedere tempo alle situazioni e a se stessi per vedere cosa accade perché ogni evento si inserisce in un quadro più ampio che (è questa la bellezza misteriosa della vita) non puoi vedere subito nel suo insieme.

Ecco perché preoccuparsi non può risolvere i problemi!

Puoi decidere di farti guidare dall’ansia e dalla paura dell’ignoto o puoi decidere di farti guidare dai tuoi valori e dai tuoi desideri, formulando un piano, fatto di piccole azioni quotidiane, per raggiungere i tuoi obiettivi.

Hai presente quando fai il morto in mare? Più ti agiti e ti sbracci, più vai a fondo. Se invece, accogli il movimento delle onde e ti lasci guidare, resti a galla…

È un po’ la stessa cosa quando ti capitano situazioni che ti mettono una certa tensione o quando devi fare una scelta importante. Se ti preoccupi:

  • inizi ad avere pensieri e fantasie che possono cambiare il tuo umore e il tuo stato di salute (numerosi studi dimostrano che emozioni negative attivano in noi reazioni biochimiche che possono condurre a disagi e malattie)
  • corri il forte rischio di affermare la realtà che temi (ricordi le profezie che si auto-avverano della Regola 2?)
  • ti allontani dal qui ed ora, non permettendoti di vivere la tua vita (ricordi la Regola 3?)

Insomma, preoccuparti ti toglie energie e lucidità impedendoti, spesso, di OCCUPARTI della situazione.

Prova a fare questo semplice esercizio. Pensa ad un periodo della tua vita in cui ti sei molto preoccupato; poi pensa se questa cosa ora è ancora così importante per te. Ripeti l’esperienza con un altro periodo e poi ancora un altro.

Ora pensa se la situazione per cui sei preoccupato oggi, sarà così importante tra 6 mesi, 1 o 2 anni.

Se la risposta è no, allora perché preoccuparsi?

In varie pratiche spirituali, l’atteggiamento da assumere viene racchiuso in brevissime frasi mantra come: om namah shivaya, sia fatta la volontà del Signore, in šāʾAllāh. Se vuoi eliminare l’energia depotenziante che le preoccupazioni ti portano, inizia ad accogliere quello che la vita ti dà… senza costrizioni, senza giudizi e con amore incondizionato.

Se un problema si può risolvere, non serve a nulla preoccuparsene.
Se non può essere risolto, preoccuparti non ti porterà a nulla.
(Dalai Lama)

 

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